LA SHOAH.

 

PER COMPRENDERE DOBBIAMO DOMANDARCI: DOVE, PERCHE’, COME, QUANDO, CHI?

DOVE SI SONO SVOLTI I FATTI?

Gli eventi della Shoah si sono svolti essenzialmente nell’Europa Centro-Orientale dove per secoli vivevano grandi comunità ebraiche; ovunque minoranze, quasi sempre diffamate, spesso vessate e alla fine perseguitate e massacrate. Le comunità ebraiche più colpite erano quelle della Polonia, dell’Ucraina, della Russia, dell’Ungheria, della Romania, della Grecia, della Germania, dell’Olanda, della Boemia-Moravia, della Slovacchia, della Lituania, della Yugoslavia e dell’Austria. Nel corso della Seconda Guerra Mondiale si sono avute deportazioni, massacri e vessazioni anche in Italia, Francia, Belgio, Nord Africa Francese (Algeria, Marocco, Tunisi) e Libia. Attacchi e vessazioni si sono verificate in alcuni stati arabi, essenzialmente in Iraq.

 

PERCHE’ E’ STATO POSSIBILE CHE ACCADESSE QUESTA TRAGEDIA?

1.       NUOVI STATI E NUOVI CONFINI - DALLE RIVALITA’ ETNICHE AI CONFLITTI FRA STATI.

Avendo visto come la tragedia abbia avuto il proprio epicentro nell’Europa Centrale ed Orientale è logico iniziare la storia della Shoah con la fine della Prima Guerra Mondiale quando si ebbero la disintegrazione della Monarchia Austro-Ungarica e dell’Impero Ottomano oltre al crollo del regime zarista in Russia e della Monarchia in Germania e il sorgere di nuovi stati. Le rivalità fra le varie etnie dei disciolti imperi divennero quindi conflitti fra stati e amplificati sia dalle differenze religiose che da diseguaglianze socio-economiche. Ognuna di queste etnie era in maggioranza su un certo territorio dove gli appartenenti ad altre etnie rivali costituivano delle minoranze. Però le comunità ebraiche erano però in minoranza ovunque, in ogni territorio e in tutti i nuovi stati; in una situazione simile si trovavano gli zingari.  

2.       LE NUOVE BARRIERE DOGANALI E LA ROTURA DI SECOLARI LEGAMI ECONOMICI.

Nell’ambito degli imperi dissolti nei secoli si erano stabiliti dei legami economici, interrotti dai nuovi confini fra stati dimostratisi incapaci di stabilire qualche forma di cooperazione economica.  Anzi, i conflitti politici fra gli stati resero ancora più difficili i rapporti economici/commerciali. Il danno era comune a tutte le popolazioni interessate alle quali però si doveva indicare “un colpevole”, facile da accusare perché non in grado di difendersi in quanto minoranza: gli ebrei.

3.       LE INGENTI RIPARAZIONI BELLICHE IMPOSTE ALLA GERMANIA E L’INFLAZIONE IN GERMANIA, AUSTRIA E UNGHERIA DETERMINANO  L’IMPOVERIMENTO DI GRAN PARTE DEL CETO MEDIO CHE QUINDI PRESTA ASCOLTO ALLA PROPAGANDA.

Alla rottura dei secolari legami economici dovuta ai nuovi confini e barriere doganali si aggiunse l’inflazione in Germania, Austria e Ungheria con l’impoverimento di quel ceto medio che aveva investito i propri risparmi nel debito pubblico (prestiti di guerra, ecc.) polverizzato e in immobili colpiti dai blocchi degli affitti. L’inflazione annullava pure il potere d’acquisto delle retribuzioni. Il sistema economico della Germania era inoltre gravato dal peso delle ingenti riparazioni belliche imposte nei trattati di Versailles. Il piccolo borghese defraudato dei propri risparmi e il lavoratore ridotto alla disoccupazione o alla povertà non si poteva accorgere come i grandi capitalisti con i profitti di guerra, quasi non tassati, acquisivano beni e imprese di chi era costretto a cedere a qualsiasi prezzo, allargando cosi il proprio potere. Questi grandi capitalisti dovevano distogliere l’attenzione delle masse dai propri affari indicando “un colpevole”, facile da individuare e odiare, e pertanto appoggiavano la propaganda antisemita che indicava gli ebrei quali colpevoli di tutto.

4.       L’INCAPACITA’ DEI GOVERNI DEMOCRATICI DI PRENDERE PROVVEDIMENTI PER AFFRONTARE I PROBLEMI SPIANA LA STRADA A PARTITI E REGIMI AUTORITARI E TOTALITARI.

A Versailles i vincitori avevano caricato i vinti e i nuovi stati di pesi eccessivi rispetto alle strutture economiche esistenti. Tutti gli stati europei avevano il peso di un gran numero di invalidi, vedove e orfani; la Germania anche quello delle riparazioni da pagare ai vincitori. Gli stati nuovi Polonia, Romania e Yugoslavia comprendevano territori più progrediti acquisiti dall’Austria-Ungheria e dalla Germania e più arretrati acquisiti dalla Russia ed erano quindi anche multinazionali come pure la Cecoslovacchia; ne derivavano aspri contrasti. La “Grande Crisi” iniziata nel 1929 con il crollo della borsa di New York colpì quindi in modo massiccio stati con deboli strutture economiche e scarsa coesione interna ed ebbe quindi pesanti effetti sociali quale la disoccupazione di molti lavoratori e un nuovo duro colpo al ceto medio. L’incapacità dei governanti democratici di adottare in tempo provvedimenti adeguati alla gravità di questi problemi economico/sociali apriva la strada prima alla formazione di partiti e movimenti con programmi autoritari o totalitari che in seguito riuscirono a prendere il potere in quasi tutti gli stati coinvolti negli avvenimenti della Shoah.

5.       DIFFUSIONE DI TEOLOGIE TENDENTI A SMINUIRE IL VECCHIO TESTAMENTO, DI FILOSOFIE CENTRATE SUL SUPERUOMO E DI TEORIE RAZZISTE BASATE SU UNA PRETESA SUPERIORITA’ DELLA RAZZA ARIANA E DI UN PRETESO DIRITTO DEI TEDESCHI ALLO SPAZIO VITALE NELL’EST EUROPEO.

Già negli ultimi decenni del diciannovesimo secolo in Germania alcuni cattedratici, argomentando con i risultati delle prime ricerche archeologiche in Mesopotamia e Palestina, mettevano in dubbio la veridicità del Vecchio Testamento, che veniva scisso dal Nuovo Testamento, rafforzando cosi la propaganda antisemita

Dall’altra parte si diffondeva l’idea di un superuomo, di un eroe vincente perché non vincolato da leggi o scrupoli morali. Al superuomo si addiceva l’estetica – in musica, poesia, architettura – fine a se stessa e senza riguardo all’uomo semplice. 

In Germania e altri paesi europei trovava pure ascolto l’esaltazione del rispettivo passato pagano, visto come eroico e più estetico. La colpa per la caduta dell’Impero Romano veniva attribuita alla diffusione del Monoteismo e non ai molti vizi e alle crudeltà contro schiavi e popoli soggetti.

Il superuomo vincente su minoranze prive di tutela come quella ebraica o su altri soggetti deboli solo perché libero dai vincoli della legge e della morale poteva comunque diventare attraente per le masse popolari abbruttite dai gravi problemi economico/sociali. I dittatori europei venivano cosi presentati quale figure di Superuomo o di Uomo della Provvidenza che aveva sempre ragione e al quale tutto era consentito.

Particolarmente in Germania si diffondevano teorie basate su una presunta differenza fra le varie razze umane e la distinzione fra razze superiori e razze inferiori. Nell’ambito della razza ariana la stirpe germanica era presentata come superiore; ovviamente primeggiava l’etnia tedesca quale depositaria di una cultura autentica e non degenerata; si facevano grandi richiami alle tradizioni contadine e montanare dalle quali gli ebrei erano, ovviamente, esclusi.

Partendo dalla presentazione riduttiva del Vecchio Testamento, slegato dal Nuovo Testamento, e da teorie estetiche e razziste, si arrivava facilmente alla figura del Superuomo Adolf Hitler che allontana gli ebrei (da “re-insediare” chi sa dove) e riduce in quasi schiavitù le razze inferiori (polacchi, russi, ecc.) conquistando cosi con le armi l’ambito SPAZIO VITALE ALL’EST EUROPEO.

 

COME SI SONO SVOLTI I FATTI DELLA SHOAH?

Si possono distinguere vari modi:

1.      DENIGRAZIONE, quale diffusione di accuse contro “gli ebrei” presentati quali sovvertitori del’ordine sociale e approfittatori delle difficoltà economiche generali.  Le accuse di natura religiosa - quali deicidio, omicidio rituale, profanazioni del culto cristiano - divennero più frequenti. Da citare il foglio DER STUERMER con le caricature.

2.      VIOLENZE DIFFUSE verbali e fisiche, quali attacchi a singoli ebrei o sedi ebraiche o azioni violente volte ad impedire l’accesso ad università o altre istituzioni. Incitamenti all’odio su varie pubblicazioni e in adunate pubbliche.

3.      EMANAZIONI DI NORME DISCRIMINATORIE DI FATTO volte a limitare l’accesso a scuole, università o a determinate professioni in base a quote etnico/religiose; di fatto miravano a colpire gli ebrei.

4.      EMANAZIONI DI NORME DISCRIMINATORIE ESPLICITE di espropri di beni e imprese, dimissioni da cariche ed impieghi, esclusione dal godimento di prestazioni di assistenza o previdenza sanitaria e sociale, revoche di cittadinanza; varie vessazioni.

5.      EMARGINAZIONE: Obbligo della Stella Gialla, ghettizzazione in edifici particolari nelle città della Germania e in quartieri chiusi di varie città dell’Europa dell’Est dove con l’affollamento e restrizioni alimentari viene provocata la diffusione di epidemie mortali.

6.      DEPORTAZIONE. Trasferimenti coatti di grandi gruppi verso destinazioni lontane quali Ghetti nell’Est Europa, Campi di Concentramento o di Sterminio, “Insediamenti” in aree con condizioni di vita molto dure.

7.      STERMINIO: Lavoro coatto in condizioni di pericolo di vita nei Campi di Concentramento. Stragi compiute da unità militari o specializzate nelle zone occupate. Camere a Gas nei Campi di Sterminio oppure mobili costruite su camion speciali.

 

QUANDO SI SONO SVOLTI I FATTI?

Si possono distinguere quattro fasi:

1.      1918-1933 Dalla fine della Prima Guerra Mondiale alla salita di Hitler al potere in Germania.   Denigrazione, Violenze verbali e fisiche. Prime discriminazioni di fatto. Regimi dittatoriali in URSS e ITALIA e governi autoritari in UNGHERIA, POLONIA, ROMANIA, YUGOSLAVIA.  Creazione in URSS dell’Arcipelago Gulag (sfruttamento del lavoro coatto degli avversari politici in campi concentramento sparsi sul territorio) e della REPPUBBLICA AUTONOMA EBRAICA –BIRO BIDJAN - in una lontana regione di confine con la Cina/Manciuria; con l’istituzione di una NAZIONALITA’ EBRAICA si pongono le basi per le future discriminazioni. In GERMANIA debolezza del regime democratico di WEIMAR che non ha l’appoggio della maggioranza popolare e deve avvalersi di funzionari, giudici e militari ostili o indifferenti alle regole democratiche. Il Partito Nazista (NSDAP) inserisce nel programma l’esclusione degli ebrei dalla vita quotidiana, trova un crescente numero di aderenti e si propone quale alleato di altri partiti reazionari e conservatori in chiave anticomunista. Viene pubblicato il MEIN KAMPF, tradotto anche in altre lingue, che chiaramente enuncia gli obiettivi razzisti.

2.      1933-1939 Dalla salita al potere di Hitler all’attacco alla Polonia/Seconda Guerra Mondiale. In Germania si hanno le prime norme discriminatorie esplicite con dismissione da impieghi statali e progressive esclusioni da professioni. Con le LEGGI DI NORIMBERGA gli ebrei, intesi come razza e non solo religione, perdono la cittadinanza e vengono classificati quale “Appartenenti al Reich” che non possono avere legami matrimoniali o affettivi con cittadini di razza ariana. Crescenti violenze che culminano nella NOTTE DEI CRISTALLI. Definitiva esclusione dalle attività economiche con la cessione coatta delle ultime, piccole, aziende. Il sistema dei Campi di Concentramento segue il modello dell’Arcipelago Gulag sovietico e il ricavato del lavoro coatto finanzia l’Ordine Nero degli SS che diventa uno stato nello stato e armata parallela. Inizio dei contatti fra nazisti e nazionalisti arabi. La Gran Bretagna, quale potenza mandataria, emana delle norme che limitano fortemente l’immigrazione ebraica in Palestina. La progressiva esclusione degli ebrei dalla vita quotidiana in Germania ha ripercussioni in altri stati europei quale Polonia dove sono sempre più frequenti le violenze e le richieste di discriminazioni; i dirigenti eletti delle comunità ebraiche vengono sostituiti con persone scelte dal governo. I nazionalisti polacchi propongono di trasferire un milione di ebrei a Madagascar; piano rifiutato dal governo francese. Revoca della cittadinanza polacca agli ebrei residenti da molto tempo all’estero. In Romania si ha un crescendo di violenze e a molti ebrei viene revocata la cittadinanza. Leggi razziali in Italia, in Ungheria e in Slovacchia.

3.      1939/1941. La Germania, con i suoi alleati, all’attacco; persecuzioni in quasi tutta l’Europa. Un trattato d’amicizia fra la Germania nazista e l’Unione Sovietica prevede la spartizione della Polonia e rende possibile l’attacco tedesco, dando cosi l’avvio alla Seconda Guerra Mondiale. Le norme discriminatorie diventano più dure. Inizio delle deportazioni. In Polonia si ha il concentramento degli ebrei nelle città maggiori dove, in quartieri degradati, vengono istituiti i Ghetti chiusi a Varsavia, Cracovia, Lodz, e altrove. Disastrose condizioni igieniche e gravi restrizioni alimentari portano ad una crescente mortalità. Con l’attacco all’URSS si hanno nuovi Ghetti a Wilna, Kaunas/Kovno, Riga, Minsk, Leopoli e altre città. Esecuzioni di massa a Babi Yar, Odessa e altrove sia da parte di reparti tedeschi che da unità rumene e ungheresi. Attacchi tedeschi alla Francia, Olanda, Belgio, Danimarca, Norvegia, Grecia. Yugoslavia e quindi ha l’estensione delle persecuzioni a quasi tutta l’Europa e il Nord-Africa.  Viene dato l’ordine per la SOLUZIONE FINALE.

4.      1941/1945. Periodo della fermata e delle ritirate dei nazi-fascisti fino alla sconfitta e resa.  Alla CONFERENZA DI WANNSEE si elaborano, con l’intervento di rappresentanti di varie amministrazioni civili e militari, le linee guida per la persecuzione degli ebrei in Germania, nei paesi già occupati e in quelli che si conta di occupare e anche negli stati alleati. Si parla della SOLUZIONE FINALE e di TRATTAMENTO SPECIALE.  Si passa in realtà dalla fase dei Ghetti (affollamento, fame e epidemie mortali) a quella dello Sterminio, essenzialmente nei CAMPI di AUSCHWITZ, SOBIBOR, MAJDANEK, CHELMO, TREBLINKA ma anche con esecuzioni di massa.  Nel dicembre 1941 con l’entrata in guerra degli USA e il primo arresto dell’offensiva tedesca sul fronte russo non si era più del tutto sicuri sulla vittoria finale e quindi si voleva affrettare la Soluzione Finale. Per ragioni di propaganda e per distogliere l’attenzione popolare viene istituito il Ghetto Modello di THERESIENSTADT (TEREZIN) per persone che avevano una qualche protezione o erano conosciuti all’estero mentre per possibili scambi di ebrei aventi protezioni estere con cittadini tedeschi internati in stati nemici viene istituito un Campo di Transito/Sosta a BERGEN BELSEN. Inizio della “liquidazione” dei Ghetti  con trasferimento per lavoro coatto presso i reparti dei complessi industriali nei Campi di Concentramento oppure in Campi di Sterminio; casi di massacri sul posto. Di fronte alla continua avanzata dell’Armata Rossa e delle Armate Anglo-Americane si ebbero continui trasferimenti da un Campo di Concentramento all’altro e, in ultimo, le MARCE DELLA MORTE.  Non molti ebrei vennero liberati ad Auschwitz. Negli altri Campi di Concentramento la Croce Rossa Internazionale poté agire in favore dei prigionieri solo durante gli ultimi mesi della Guerra. Molti morirono per malattie anche dopo la RESA  DELLA GERMANIA.        

 

CHI ERANO E COSA FECERO I CARNEFICI, LE VITTIME E GLI SPETTATORI?

1.      CARNEFICI

a.       CORPI PARAMILITARI NAZI/FASCISTI formatisi all’inizio delle prime violenze fisiche e poi organizzate con struttura gerarchica. In Germania prima le SA (squadre d’assalto) nel cui ambito si era formato il corpo più organizzato delle SS,  diventato autonomo nel 1934 sotto il comando di Himmler posto nel 1936 anche a capo della Polizia del Reich; i suoi principali collaboratori per la Shoah erano Heydrich per servizi segreti e di polizia, Mueller a capo della GESTAPO (Polizia Segreta), Eichmann per le deportazioni e Globocnik per le stragi in Polonia.

Nei paesi satelliti della Germania, come pure nei paesi occupati, si ebbero varie milizie di partito quali gli USTASHA in Croazia, la GUARDIA HLINKA in Slovacchia, la GUARDIA DI FERRO in Romani, le CROCI FRECCIATE in Ungheria i CAGOULARDS in Francia e altre sempre formate da volontari collaborazionisti.

b.       COMANDI MILITARI sia della Germania che degli stati satelliti – Romania, Ungheria – si resero responsabili di stragi, violenze, vessazioni e imposizioni di lavoro coatto. L’Alto Comando spesso sollecitò delle deportazioni.

c.       FORZE DI POLIZIA per rastrellamenti e scorte alle deportazioni. Qualche volta poliziotti tedeschi vennero coinvolti in esecuzioni di massa.

d.       FUNZIONARI E GIUDICI particolarmente zelanti nell’elaborazione ed applicazione delle norme vessatorie.

e.       INTELETTUALI che - su giornali, in pubblicazioni e in manifestazioni - conferivano veste scientifica alla propaganda antisemita.

2.       VITTIME.

a.        Chi era ebreo per religione e iscritto ad una locale comunità ebraica.

b.       Chi si era dissociato aderendo ad altra confessione religiosa oppure si era dichiarato come “senza confessione”.

c.       Discendenti – figli e nipoti - d’ebrei, anche dissociati. Si guardava se c’erano uno o più nonni considerati ebrei per graduare la discriminazione della persona considerata.

d.       Coniugi non ebrei dei matrimoni misti. In Germania venivano sottoposti a pressioni per indurli a divorziare mentre in Polonia dovettero seguire la sorte del coniuge ebreo.   

3.      SPETTATORI.

a.      Chi in quegli anni stava al sicuro, senza saper prendere iniziative utili per aiutare, faceva discorsi imprudenti o lanciava iniziative destinate al fallimento senza curarsi che il nemico ascoltava, e dopo si permetteva domande tipo “perché non avete resistito?” o “come mai siete sopravvissuti?” oppure lanciava accuse e calunnie contro chi era stato in quel inferno.

b.      Chi in quegli anni stava comodo al sicuro e trovava pretesti per negare l’aiuto richiesto e che invece gli sarebbe stato possibile per poi entrare nel coro dei critici e calunniatori.

c.      Chi aveva saputo “cogliere l’occasione” per trarre profitto e dopo faceva domande tipo “come mai sei tornato?” “ma chi sei?”.

d.      Chi si assisteva compiaciuto alle varie fasi della persecuzione.

e.      Chi, vedendo le ingiustizie, si domandò “come posso aiutare?” e entrò in azione sfruttando anche la propria posizione “nel sistema” e pagando qualche volta con la vita. Si va dalla umile domestica al diplomatico o funzionario di origini aristocratiche, dal sottoufficiale al generale, dalla monaca di clausura al Prelato. C’era chi riuscì a salvare molte persone, e chi solo poche, fino alla liberazione e c’era chi poté aiutare molti, oppure solo pochi, in un momento decisivo per poter andare avanti, rendendo possibile la salvezza. C’era chi si vide riconosciuto i meriti e chi veniva emarginato, diffamato o anche punito.

f.        Chi vedendo persone in difficoltà e che dovevano nascondersi fece finta di niente evitando domande e taceva fino alla fine; molti di questi spettatori benevoli sono rimasti per sempre ignoti.

g.      C’era chi pur essendo in una situazione di sudditanza dichiarandosi solidale poté aiutare; da ricordare Re Cristiano X° di Danimarca, la Regina Madre del Belgio Elisabetta o il Metropolita Bizantino di Leopoli, che pur stando sotto occupazione tedesca, usarono il proprio prestigio per aiutare nei limiti delle loro possibilità.

 

 

Dott. Wolf Murmelstein

wolf.murmelstein@tiscali.it 

 

SHOA' LINKS